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Criptovalute alla fine dell’anno: Il punto della situazione

Nonostante la precedente debacle di FTX, una delle primarie piattaforme di intermediazione nel settore delle criptovalute, avvenuta alla fine dello scorso anno, e il conseguente ulteriore declino nel settore, sembra che le criptovalute più famose siano tornate in primo piano nel corso di quest’anno.

Dopo un periodo di relativa tranquillità, torniamo a valutare la situazione delle criptovalute.

Negli ultimi mesi e nel corso del 2023 in generale, hanno recuperato terreno, tornando al centro dell’attenzione. Nonostante il precedente crollo di FTX, una delle principali piattaforme di intermediazione nel mondo delle criptovalute, avvenuto verso la fine dell’anno scorso, sembra che le criptovalute più conosciute siano tornate in auge nel corso di tutto quest’anno.

A titolo di esempi concreti, possiamo notare che in 365 giorni il Bitcoin ha registrato un aumento di quasi il 150%, raggiungendo un valore superiore a 42mila dollari; allo stesso modo, Ethereum è cresciuta dell’85% nello stesso arco temporale. Questi dati sembrano indicare un rinnovato interesse da parte degli investitori potenziali verso le valute digitali più consolidate.

Oltre ai vantaggi considerati “storici” delle criptovalute, come la privacy e il minor controllo sulle transazioni, gli sviluppi economici di quest’anno hanno giocato un ruolo significativo. I rumors riguardanti la possibile riduzione dei tassi d’interesse da parte della Federal Reserve e l’approvazione della SEC (Commissione per i Titoli e gli Scambi degli Stati Uniti) per i fondi negoziati in borsa di criptovalute hanno contribuito ad aumentare il valore dei Bitcoin ai livelli di maggio dell’anno scorso. Di fatto, la maggior parte delle piattaforme di scambio ha registrato un aumento degli ingressi di Bitcoin rispetto alle uscite. Da oltre +14.000 ingressi su Binance a oltre +6.000 su Binex e quasi +3.000 su OKX, la tendenza generale è all’aumento degli acquisti.

Molti esperti e sostenitori delle criptovalute sono in attesa del prossimo halving dei Bitcoin, programmato per la primavera dell’anno prossimo, tra aprile e maggio. Come discusso durante l’ultimo halving del 2020, che si verifica circa ogni 4 anni, l’obiettivo è contrastare l’inflazione della criptovaluta riducendo la quantità di Bitcoin generati dal mining, aumentando così il valore se la domanda rimane costante e riducendo la ricompensa del mining del 50%.

Oltre alle prospettive future, vari paesi in tutto il mondo stanno introducendo l’uso delle criptovalute.

In Svizzera, la città di Lugano ha avviato un piano che consentirà il pagamento di tutte le bollette comunali in Bitcoin e USDT. Questa iniziativa fa parte del Piano B di Lugano, in collaborazione con Tether, mirato all’integrazione della tecnologia blockchain nella vita quotidiana della città. I pagamenti avverranno attraverso un codice QR scansionabile da un portafoglio di criptovalute. In collaborazione con Bitcoin Suisse, questo piano si aggiunge alle iniziative precedenti, come l’accettazione di criptovalute in 400 punti vendita tramite l’applicazione locale Web3 MyLugano.

Dall’altra parte dell’Atlantico, Itaú Unibanco, la più grande banca brasiliana, ha annunciato l’offerta di servizi di trading su Bitcoin ed Ethereum ai propri clienti, con l’intenzione di estendersi a altre criptovalute in futuro senza ricorrere a terze parti o piattaforme esterne. Questa iniziativa è parte di un sforzo di “de-dollarizzazione” del Brasile, dove il governo sta esplorando l’uso della blockchain e sta considerando l’introduzione di una moneta digitale emessa dalla banca centrale, nonostante l’incertezza normativa sulle criptovalute.

In Francia, Société Générale, la quarta banca più grande del paese per asset totali, ha emesso la sua prima obbligazione digitale sulla blockchain Ethereum, del valore di 10 milioni di euro e con una scadenza di 3 anni. Secondo il comunicato stampa della società, l’emissione su una blockchain pubblica offre maggiore trasparenza, specialmente per quanto riguarda i criteri ESG. La banca evidenzia anche la disponibilità di dati sull’impronta di carbonio e l’utilizzo di EUR CoinVertible, una stablecoin supportata dall’euro.

Come spesso accade quando si tratta di criptovalute, del loro utilizzo e del loro rialzo, è necessario considerare queste informazioni con prudenza. Ciò non implica che le valute tradizionali saranno abbandonate da un giorno all’altro o che l’aumento del valore delle criptovalute sarà permanente, come dimostrato dal crollo dell’anno scorso, definito come un periodo difficile per il mondo delle criptovalute, complicato anche dalle crisi energetiche e belliche di quell’anno.

Già tre anni fa, dopo l’ultimo halving, ci chiedevamo se le criptovalute avrebbero rappresentato il futuro del commercio e se avrebbero guadagnato terreno come valute indipendenti dalle banche centrali. Per la seconda parte, possiamo affermare che sempre più persone si stanno avvicinando a questo metodo di commercio, e anche gli Stati non ignorano più questo fenomeno, ma anzi cercano di trarne vantaggio o di limitarlo. Per la prima parte, la risposta rimane ancora incerta: le criptovalute rappresentano sicuramente una forma di commercio, ma con la deregolamentazione, emergono spesso fenomeni illegali dietro l’uso di questi strumenti.

Su questo punto, l’attuale aumento di questo fenomeno è innegabile, ma è fondamentale non trascurare gli aspetti negativi e le potenziali criticità di questo mezzo. Alcune regolamentazioni, almeno nell’ambito europeo, sono già in corso, ma è importante non farsi influenzare e mantenere una visione equilibrata di entrambi gli aspetti.

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